Dissesto idrogeologico e rigenerazione urbana di Piazzale Bonomelli. avviata progettazione e richiesta di contributo di 1.810.000 euro.La forte richiesta di abitazioni e di nuovi spazi urbani che a metà degli anni cinquanta del secolo scorso si registrò a Lovere trovò una risposta concreta in diverse zone del paese, favorita anche in alcune di esse dai massicci investimenti generati dal Piano Ina-casa (cosiddetto Piano Fanfani), varato dal Governo che utilizzò parte dei finanziamenti del Piano Marshall per realizzare 350.000 unità abitative in tutto il Paese. Questa prima urbanizzazione, da tenere ben distinta da quella successiva ben più invasiva ed impattante di fine anni sessanta, avvenuta spesso nelle stesse zone, permise la costituzione in modo armonico di interi quartieri come quelli di Trello, Valvendra, Colombera, Villaggio Donizetti che allargarono i confini dell’abitato dall’originario Nucleo di antica formazione del Centro storico alla periferia. Ancora oggi in via Decio Celeri ed in Valvendra alcune costruzioni portano il nome di Ina-casa o di Case Fanfani e svolgono la loro funzione abitativa in modo egregio anche a distanza di settant’anni dalla loro edificazione.

Il sito su cui si ergeva il Castello Nuovo ormai irrimediabilmente perso con l'avanzare della cava - Archivio fotografico Demetrio Oberti

Senza ombra di dubbio la parte di Lovere che subì le più profonde e radicali trasformazioni in quegli anni fu la vasta area prospicente la cava di gesso, che dalla metà dell’800, quando fu avviata l’attività estrattiva, in poco più di un secolo si era sempre più approfondita ed innalzata nelle pendici della montagna alle spalle di Lovere; dopo aver inghiottito la collina su cui era stato eretto nel XV sec. il Castello di Lovere, le cui vestigia si intravedono in qualche rara antica fotografia, l’attività estrattiva continuava incessantemente: nei primi anni cinquanta l’Amministrazione comunale di allora, alla ricerca di nuovi spazi urbani diede inizio allo scavo ed allo sgombero delle decine e decine di migliaia di metri cubi di terra e di gesso che ancora insistevano sull’area su cui verrà realizzato negli anni successivi Piazzale Bonomelli. Fu un’operazione che richiese alcuni anni di lavoro con i limitati mezzi meccanici di allora e che generò ingenti mobilizzazioni di detriti: la parte in gesso venne lavorata nello stabilimento delle Reme mentre gli scarti non utilizzabili e la terra vennero impiegati per riempire lo stagno della Bif in Trello e scaricati nel lago per creare la ripiena su cui insistono oggi Giardini Fanti d’Italia e Piazzale Aldo Moro.
 
Al termine degli scavi venne a costituirsi una vasta zona pianeggiante a forma di quadrilatero su cui si iniziò ad edificare una serie di palazzi sui tre lati interni e con il quarto lato di accesso alla prospicente via Martinoli. Altri quattro palazzi di tre-quattro piani vennero costruiti parallelamente agli altri sul lato ovest, separati dall’attuale via Milano. Tutte queste costruzioni furono edificate con fondi destinati all’edilizia popolare. Sul lato est, con felice intuizione, fu edificato a spese del Comune il palazzo per ospitare i servizi socio-sanitari della nuova sede dell’Inam che a metà degli anni sessanta vi si trasferì dalla precedente sede posta sotto i portici di palazzo Tadini. Questo edificio che fu subito trasferito in comodato d’uso gratuito prima all’Inam e poi con le varie riforme sanitarie all’Usll.31, all’Asl ed ora all’Ats, da più di cinquant’anni offre servizi socio-sanitari a tutta la popolazione dell’Alto Sebino ed attualmente la struttura ospita la sede del Distretto Socio Sanitario che garantisce il servizio di Guardia Medica, visite ambulatoriali, uffici amministrativi, consultorio famigliare e Sert, ufficio scelte e revoche e protesica.
Infine con la realizzazione nella sua parte centrale di un’area a giardino e parcheggi, quella che era stata una brulla collina di terra e gesso in pochi anni si trasformò in un moderno e popoloso quartiere residenziale che venne intitolato a Mons. Geremia Bonomelli (Prevosto a Lovere prima di essere nominato Vescovo di Cremona), con più di 200 famiglie e con importanti servizi sovracomunali, posto alle spalle del centro storico, tra via Celeri e via Roma e via Martinoli.
 

Archivio fotografico Demetrio Oberti

Quanto riportato finora è la necessaria premessa per comprendere appieno sia quanto accaduto a questo quartiere nei decenni successivi alla sua realizzazione, sia quanto la nostra Amministrazione ha in progetto di realizzare nel prossimo futuro in questa area vasta di territorio comunale. Infatti non sono trascorsi che poco più di quindici anni dalla sua costruzione che lo stabile sul lato nord del Piazzale, nella sua metà rivolta verso il Distretto, inizia ad evidenziare fessurazioni e cedimenti strutturali che in poco tempo obbligano gli occupanti a dover abbandonare il proprio domicilio per trovare soluzione abitativa presso le case Gescal di Villaggio Borlezza, mentre metà stabile a rischio di crollo venne demolito ed al suo posto realizzato l’attuale parcheggio a fianco del Distretto. Negli anni novanta analoga sorte tocca ai residenti della costruzione di colore rosso sul lato ovest con conseguente abbattimento dello stabile sulla cui aerea è stato realizzato l’attuale parcheggio. In questi anni inoltre l’intera area centrale del quartiere ha denotato avvallamenti con cedimenti ed inghiottitoi che si sono verificati anche su via Roma e Martinoli con coinvolgimento anche di sottoservzi e necessità di ripetuti ed onerosi interventi riparativi con materiali inerti. Negli ultimi anni si è osservata una netta accentuazione di questi fenomeni con aumento della frequenza, del numero e delle loro dimensioni. Anche la porzione di fabbricato rimasta dopo la demolizione della sua metà degli anni settanta (Casa Ce.Ca.) da tempo ha denotato cedimenti che negli ultimi mesi sono aumentati e che rendono necessario abbandonare lo stabile in quanto le sue attuali condizioni non garantiscono una sicurezza duratura.
 
Evidentemente gran parte di questa area ha un assetto idrogeologico estremamente fragile e precario, insistente su un substrato prevalentemente gessoso che ha già dato notevoli problematiche di cedimento ed instabilità in altre zone del paese come il vicino Santuario delle Sante, Trello, viale Dante, Cornasola e via Nazionale. Era quindi di fondamentale importanza acquisire dati e conoscenze sulla composizione del sottosuolo prima ancora di formulare ipotesi di intervento e per questo negli scorsi anni da parte della nostra Amministrazione sono state commissionate indagini geologiche che hanno evidenziato una situazione molto variabile e certamente complessa, con presenza di gesso a 3-4 metri di profondità nella zona est del Piazzale, rapidamente in decrescita (oltre 12 metri), spostandosi verso la zona ovest, con presenza di vuoti, cavità ed acqua nel sottosuolo a quote variabili. Nello specifico nella zona con il gesso a scarsa profondità l’acqua è presente come scorrimenti proprio nella zona sommitale del gesso stesso. Nella zona verso ovest l’acqua è più profonda, (5-6 metri) e si presenta come una falda più potente. La parte superiore, per i primi 3 metri circa è costituita da depositi legati alle vecchie attività di cava. Tali materiali contengono sempre una significativa percentuale di elementi dispersi all’interno;

Archivio fotografico Demetrio Oberti

questo substrato è costituito infatti da gessi ed anidriti, rocce estremamente solubili a contatto con l’acqua e formazione quindi di cavità nei depositi soprastanti. Questo effetto chiaramente agisce anche nel tempo: in un contesto gessoso, sotto l’azione dell’acqua, si creano progressivamente piccole cavità e vie preferenziali di scorrimento delle acque che accentuano nel tempo lo sviluppo di sprofondamenti, come sta avvenendo per gran parte del Piazzale. Per tutti gli elementi di criticità sopra riportati l’area è inserita in classe di fattibilità geologica 4 “fattibilità con gravi limitazioni” nello studio geologico di supporto al PGT di Lovere. 
 
Dalla valutazione di quanto emerso dalle indagini geologiche preliminari e dal perpetrarsi dei fenomeni di avvallamenti e inghiottitoi in diversi punti del Piazzale, deriva la scelta della nostra Amministrazione di operare con un intervento organico e complessivo di riduzione del rischio sull’area. I geologici parlano sempre di riduzione e mitigazione del rischio perché in natura, in materia di difesa del suolo, non è mai possibile eliminare completamente il rischio; a maggior ragione questo vale per un contesto complesso ed articolato come quello di Piazzale Bonomelli e per un tema fortemente evolutivo e tempo-dipendente come la dissoluzione dei gessi.
 

 Come purtroppo insegna la storia recente di Lovere di questo ultimi venti anni, la fragilità dell’assetto idrogeologico e del delicato equilibrio su cui si reggono interi quartieri come Trello o zone estese come viale Dante, Cornasola e via Nazionale, non possono essere ignorati né trascurati e soprattutto non possono essere affrontati con interventi parziali e contingentati. La complessità dei fenomeni affrontati in questi anni è tale che tutti devono essere consapevoli che saranno necessari non solo interventi di mitigazione, ma anche monitoraggi e controlli nel tempo. In questi dodici anni il tema della difesa del sottosuolo con interventi di consolidamento dei suoi dissesti è stata una costante della nostra esperienza amministrativa ed ha visto una incessante attenzione per predisporre indagini geologiche conoscitive, progettualità di interventi, reperimento delle risorse economiche necessarie, esecuzione dei lavori, monitoraggio dei risultati. Così se nello scorso mese di dicembre si sono conclusi i lavori di consolidamento dei precari versanti del conoide di Valvendra con la regimazione delle sue acque, nel corso del 2022 verranno avviati, dopo la complessa fase preparatoria, altri due fondamentali interventi: il primo in Trello con un importo di 600.000 euro finanziati da Regione Lombardia, si concentrerà sulla sorgente Bif ed il secondo con un importo di 2.235.000 euro finanziati dal Ministero dell’Interno e Regione Lombardia su viale Dante, Cornasola e via Nazionale.

 
piazzale-bonomelli-3.jpegEcco quindi che, dopo aver condotto questi due progetti alla soglia della loro realizzabilità tecnico-finanziaria, per la nostra Amministrazione vi è la possibilità di affrontare nella sua globalità il dissesto idrogeologico di Piazzale Bonomelli e zone attigue. Per questo nella variazione di bilancio del settembre scorso sono stati reperiti fondi comunali pari a 25.000 euro per finanziare un progetto di fattibilità che per la prima volta potesse portare per questa vasta zona:
- una riduzione dei fenomeni dissolutivi del sottosuolo che avvengono a medie profondità (3,5-4,5 metri), come dimostrato dalle indagini geologiche;
- una sensibile riduzione del carico statico che grava sul substrato roccioso dell’intera zona rappresentato da masse di detriti ed agglomerati gessosi;
- una messa in sicurezza degli impianti tecnologici che subiscono rotture e lesioni proprio per il cedimento legato ai fenomeni di dissoluzione generati dalle stesse acque fuoriuscenti.
L’intervento si riferisce ad una porzione di territorio ricomprendente l’intera area di piazzale Bonomelli, le aree ad esso adiacenti compreso il sedime della viabilità afferenti e le zone di accesso alla galleria di collegamento con la struttura ospedaliera. La superficie interessata si sviluppa complessivamente per circa 6.500 mq.
 
L’intervento di mitigazione del rischio idrogeologico, approvato dalla Giunta Comunale lo scorso dicembre, prevede le seguenti operazioni:
  • Scavo e rimozione del materiale di riempimento e riporto già presente all’interno del sedime perimetrato e caratterizzato da evidenti cedimenti e fenomeni di scavernamento;
  • Neutralizzazione delle salienze gessose messe a nudo ed ancora compatte, mediante formazione di film protettivi indissolubili;
  • Realizzazione di un volume interrato, in sostituzione dello strato detritico, con il risultato di abbattere di oltre il 50% il carico gravante sul sottosuolo;
  • Regimazione sotterranea dei flussi idrici e riorganizzazione dei deflussi disperdenti e di raccolta delle acque meteoriche di superfice.
L’intervento sopra descritto comporta un impegno di spesa di 1.810.000 euro e la nostra Amministrazione lo scorso mese di dicembre ha già inoltrato la richiesta di finanziamento alla Regione per essere inserita a beneficiare dei fondi per la difesa dei rischi idrogeologici previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
 
piazzale-bonomelli-1.jpgQuella sopra descritta riguardante il dissesto idrogeologico è solo la fase uno dell’intervento previsto; Piazzale Bonomelli come è a tutti noto non è solamente un quartiere residenziale e sede di servizi anche a valenza sovracomunale quali il Distretto che è stato recentemente indicato dalla Regione per essere sede della Casa della Comunità prevista dalla Legge di Riforma sanitaria, ma rappresenta anche la più vasta area a parcheggio alle spalle del Centro storico ed attigua all’Ospedale ed alle Scuole S. Capitanio. E’per questo che la fase due dell’intervento, quella della rigenerazione urbana, oltre che occuparsi di predisporre nuovi spazi attrezzati per il quartiere, deve necessariamente occuparsi di creare nuove zone od aree per la sosta sempre più necessari. Su questo vitale aspetto la nostra Amministrazione si sta muovendo in due direzioni:
1) inserimento della Casa Ce.Ca. (le cui condizioni di stabilità sono irrimediabilmente compromesse) nel nuovo Piano delle acquisizioni/alienazioni immobiliari in via di approvazione con la manovra di Bilancio 2022; sul suo sedime sarà possibile creare un’area di sosta per almeno cinquanta auto;
2) dopo l’intervento previsto con lo scavo ed allontanamento dello strato detritico di alleggerimento dell’area centrale del Piazzale, creazione di un piano interrato per nuovi parcheggi e box a servizio di tutta l’area, il Centro storico ed i Servizi sovracomunali.
 
Siamo consapevoli di essere all’inizio di un percorso non facile e dai tempi ancora non definibili, ma sicuri di affrontare anche questo intervento complesso con la medesima determinazione già messa in campo per le altre criticità del nostro territorio.

 

Per l’Amministrazione comunale

Dott. Giovanni Guizzetti

Ass. LLPP, Urbanistica, Ambiente