Si è svolta mercoledì 3 luglio 2013, alle ore 17:00 presso la Sala consiliare del Comune di Lovere, la conferenza stampa di presentazione del progetto finalizzato alla individuazione, delimitazione ed inizio di recupero della Necropoli romana di Lovere.
Alla conferenza, coordinata dal Sindaco di Lovere - dott. Giovanni Guizzetti, erano presenti: dott.ssa Raffaella Poggiani Keller, Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia; Mons. Giacomo Bulgari, Parroco di Lovere; dott. Guido Lupini, Vice-Presidente della Banca Popolare di Bergamo e Revisore dei Conti della Fondazione Banca Popolare di Bergamo.
Con l’aggiudicazione della gara d’appalto - annuncia Giovanni Guizzetti - dallo scorso 17 giugno è iniziata l’indagine archeologica presso il campo di calcio di proprietà della Parrocchia di S. Maria Assunta di Lovere. L’intervento si prefigge l’obiettivo di individuare la potenzialità archeologica del sito, con particolare riferimento alla nota necropoli di età romana, indagata in modo parziale a partire dall’inizio del XIX secolo, di cui si intende delimitarne l’estensione.
L’intervento sarà realizzato sulla base del progetto redatto con l’Accademia Tadini e approvato dalla Giunta comunale alla fine del mese di marzo di quest’anno. L’importo complessivo dei lavori, pari a circa 100.000 euro, sarà finanziato per il 40% dal Comune di Lovere e per la parte restante da importanti contributi della Fondazione Banca Popolare di Bergamo (€ 50.000) e della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo (€ 10.000).
La nostra Amministrazione - spiega Guizzetti - ha sempre considerato prioritario il recupero della porzione di necropoli disposta lungo le vie Gobetti e Martinoli. Ciò non solo per accrescere la conoscenza della storia della nostra cittadina, ma anche per incrementare le già cospicue risorse storico-culturali di Lovere e per una ulteriore valorizzazione delle sue peculiarità di polo culturale.
Procedendo in accordo con l’autorità competente della Curia diocesana, la Parrocchia e il Comune di Lovere hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per definire i rispettivi compiti e obblighi e poter così dare inizio all’indagine archeologica. Un accordo di fondamentale importanza - sottolinea Mons. Bulgari - che è stato reso possibile dallo spirito di profonda sintonia e di grande collaborazione che da sempre contraddistingue il rapporto tra la Parrocchia e il Comune. Grazie ai lavori che saranno eseguiti presso il sito archeologico si potranno acquisire importanti informazioni storico-culturali del periodo compreso fra il I e il IV secolo d.C..
Come sostenuto dalla storica Monica Ibsen, la Necropoli di Lovere si impone nell’ambito non solo lombardo ma più in generale nazionale per l’ampio arco temporale che abbraccia (I-IV secolo d.C.) e per i rarissimi oggetti di prestigio in essa rinvenuti in più fasi a partire dall’inizio dell’Ottocento in connessione all’apertura di cantieri o a dissesti. Tra questi vi sono i reperti affiorati nel 1907 in occasione della costruzione del nuovo ospedale e del tracciato ferroviario Lovere-Valcamonica, che oggi sono esposti presso il Museo Archeologico di Milano.
La rilevanza del sito è dovuta ad una serie di specificità che rendono di eccezionale interesse scientifico lo scavo sistematico dell’area:
- l’ampio arco cronologico che consente di verificare l’evoluzione culturale della società che se ne servì dal I secolo a.C. alla tarda Antichità;
- la ricchezza dei corredi e l’ampio orizzonte dei rapporti con produzioni attestate nell’intero ambito europeo in piena e tarda età imperiale;
- la documentazione di materiali più specificatamente locali sia negli oggetti d’ornamento sia nei materiali d’uso;
- le modalità d’uso dell’area funeraria, con rideposizioni e riuso di siti e recinti;
- la trasformazione delle modalità di inumazione, con compresenza di riti differenti in un medesimo orizzonte cronologico;
- l’eterogeneità dei materiali rinvenuti a Lovere traduce la contemporanea condizione socio-economica dei suoi abitanti. Ad un ceto medio, inizialmente quello indigeno, che costituiva la maggioranza della popolazione, era frammisto un ceto più facoltoso dedito forse all’industria e ai commerci la cui rete di traffico doveva svolgersi sia per via fluvio-lacustre (fiume Oglio e lago d’Iseo) sia per via terrestre (vie di collegamento con la valle Camonica, il territorio bresciano e l’area veneta).
L’indagine archeologica - spiega la Soprintendente - è finalizzata a determinare la stratigrafia del sito ed i processi che hanno caratterizzato la vita e l’abbandono dell’area cimiteriale, più che di documentare i corredi di singole tombe: in effetti, solo lo scavo estensivo della necropoli, o per lo meno di singoli recinti al completo, può offrire dati significativi dal punto di vista scientifico, al di là dell’importanza o del valore scientifico dei singoli oggetti di corredo.
L’indagine è articolata in due fasi: la prima, nella parte meridionale del campo da calcio, sarà costituita dalla realizzazione di due trincee esplorative, profonde oltre 3 metri e con una larghezza alla base di circa 8 metri, con sviluppo perpendicolare rispetto all’asse maggiore del campo. La seconda, identica, sarà eseguita nella parte settentrionale presumibilmente a partire dal prossimo 15 luglio.
Al momento sono state realizzate le due trincee della prima fase, che sono in corso di indagine e documentazione da parte degli archeologi della ditta SAP Società Archeologica di Mantova, dott. Roberto Caimi e dott. Emiliano Garatti, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, nella persona della dott.ssa Raffaella Poggiani Keller e della dott.ssa Maria Fortunati.
La seconda trincea, quella più a sud, ha rivelato la presenza di un muro con andamento rettilineo pertinente ad un recinto funerario che è stato parzialmente indagato nel 1996 a seguito del crollo del muro di contenimento del campo da calcio. Le sepolture di età romana sono limitate all’interno del recinto, a valle del muro, mentre a monte non ne sono state individuate. La prima trincea, più a nord, ha invece permesso di individuare i perimetrali ovest e nord di un secondo recinto, presumibilmente mai indagato, nemmeno nelle campagne pioneristiche dell’Ottocento. Al momento è stato individuato un livello di macerie, all’interno dei muri, tagliato da tombe più recenti, ancora da indagare ma presumibilmente altomedievali, che potrebbero testimoniare un utilizzo funerario dell’area esteso per più secoli. Anche in questo caso, le sepolture sono limitate esclusivamente all’interno dei recinti, mentre la parte a monte è priva di sepolture.
Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Tecnico comunale al numero 035-983623 oppure visitare il sito internet www.comune.lovere.bg.it.
Data di emissione del comunicato stampa: 03/07/2013
Emittente: Ufficio Relazioni con il Pubblico - URP - del Comune di Lovere
Documentazione di riferimento: